L'art. 15 c.p.c. è un importante principio del codice di procedura civile italiano che stabilisce il dovere di correttezza e buona fede che le parti devono osservare nell'esercizio dei propri diritti processuali.
In particolare, l'art. 15 c.p.c. prevede che le parti, nell'esercizio dei propri diritti e nella presentazione dei propri mezzi di prova, debbano procedere con correttezza e buona fede, al fine di non arrecare pregiudizio alle controparti o al regolare svolgimento del processo.
Questo principio rappresenta un importante strumento per garantire la leale collaborazione tra le parti e il rispetto dei principi di equità e di giusto processo, impedendo comportamenti scorretti e fraudolenti che potrebbero alterare l'esito della controversia.
Inoltre, l'art. 15 c.p.c. rappresenta anche un importante strumento per il giudice, che può far valere tale principio nel caso in cui le parti si comportino in modo scorretto o poco leale durante il processo. Il giudice può quindi adottare le misure necessarie per garantire il rispetto del principio di correttezza e buona fede, ad esempio sospendendo il processo o imponendo sanzioni pecuniarie.
In conclusione, l'art. 15 c.p.c. rappresenta un importante principio che sottolinea l'importanza della correttezza e della buona fede nell'esercizio dei diritti processuali, garantendo un processo equo e giusto per tutte le parti coinvolte.